- 12 Gennaio 2016
- Postato da: Ego International
- Categoria: Esportare
Il 2015 è stato un anno record per l’export di macchinari per la lavorazione della gomma e della plastica. Sebbene manchino ancora le conferme ufficiali, considerando che l’esercizio è stato concluso da pochi giorni, tutto lascia presagire che, come confermato dalle stime del centro studi di Assocomaplast (associazione di categoria che raggruppa oltre 160 aziende del settore), il valore della produzione abbia superato i 4,1 miliardi di euro alla fine dell’anno appena terminato.
Una stima calcolata sulla base dei dati dei primi nove mesi dell’anno, che tuttavia è altresì confortata dall’evidenza di ottime constatazioni nelle ultime settimane. “Peraltro, il fattore di maggiore soddisfazione per le imprese italiane di settore – sottolineava qualche giorno fa sul quotidiano Il Sole 24 Ore Alessandro Grassi, presidente di Assocomaplast – è il consolidamento delle esportazioni, che nei primi nove mesi dell’anno si sono ormai portate a un livello non lontano da quello dell’intero 2014″.
Dunque, salvo sorprese negative nella coda dell’anno, il settore dell’export dei macchinari per la lavorazione di gomma e plastica potrebbe aver chiuso il 2015 sconfiggendo il record storico toccato nel 2007, l’ultimo anno pre-crisi, pari a 2,8 miliardi di euro. Un segnale importante per l’intero comparto, che confermerebbe la bontà della ripresa produttiva tricolore.
A trainare le esportazioni delle imprese italiane del settore sarebbe stata principalmente l’area Nafta (Stati Uniti, Canada, Messico), in grado di far riscontrare un incremento di oltre 30 punti percentuali nel periodo gennaio-settembre 2015, grazie in particolare alla spinta legata al rafforzamento del dollaro sull’euro, e al dinamismo delle commesse delle società statunitensi, in grado di apprezzare in via significativa i macchinari italiani.
Compie invece un passo indietro l’export dei macchinari made in Italy verso l’area del Sud America (trascinato in flessione dalle difficoltà di Brasile e Argentina), del Medio Oriente (-26%) e dell’Europa extra-Ue che complessivamente fa segnare un arretramento del 4%, soprattutto a causa della situazione russa.
“Per le nostre aziende la Russia è un mercato importante – puntualizza ancora Grassi sul quotidiano – a cui i costruttori italiani continuano a guardare con interesse e con l’auspicio che possano essere presto recuperati i valori importanti raggiunti negli anni precedenti l’imposizione delle sanzioni e il crollo del rublo”.
Elementi di tensione a parte, la meccanica strumentale italiana può comunque gioire per la tenuta dei Paesi UE, con commerci in crescita del 13% (e conferma del ruolo di principale mercato di sbocco per l’export di macchinari per la lavorazione di gomma e plastica) e, in aggiunta, per la ripresa dell’import, a conferma di uno sviluppo bilaterale dei piatti della bilancia…