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Eataly: tra progetti innovativi e sbarco in Borsa

Eataly è certamente uno dei brand del Made in Italy in grado di caratterizzare meglio il dinamismo imprenditoriale, la ricerca di un preciso posizionamento internazionale, e la volontà di guardare positivamente al futuro, in un’ottica globale. Considerata la sua importantissima strada di crescita commerciale (e non solo), è logico cercare di puntare lo sguardo oltre l’orizzonte, ipotizzando nuovi progetti avveniristici e, perché no, uno sbarco sui mercati regolamentati che possa supportare la nuova consacrazione

A pensarla così è il fondatore e timoniere di Eataly, Oscar Farinetti, che alla domanda sull’ipotesi che la società da lui condotta possa prima o poi quotarsi in Borsa, non ha dubbi. “Ci quoteremo di sicuro” – afferma il manager di Eataly – “siamo il più grande gruppo globale italiano del food retail, potrebbe essere nel 2017”. Ad ogni modo, nessuna fretta: Farinetti è troppo esperto per sapere che il passo sui mercati azionari non è certo privo di rischi e, pertanto, occorra avere le spalle sufficientemente grandi e solide per entrare in grande stile nei listini di Piazza Affari.
Quel che finora è certo e acquisito è che la valorizzazione che Eataly sta conducendo nel Made in Italy alimentare non ha particolari precedenti, ed è apprezzata sia all’interno dei confini tricolori che all’estero. A dimostrazione di ciò, sia sufficiente osservare l’esplosione dell’exportagroalimentare della società nel corso del 2013 o, ancora, il grandissimo interesse che ruota intorno a qualsiasi progetto che veda Eataly come protagonista.

Ultimo tassello – in ordine temporale – della galassia Farinetti è il Fi.Co. Eataly World, la “Fabbrica ItalianaContadina” che punta a diventare una sorta di esposizione permanente di tutte le eccellenze alimentaridella Penisola, e non solo. In programmazione presso l’ex mercato ortofrutticolo di Bologna, a partire dal mese di novembre del prossimo anno sarà possibile immergersi in una sorta di “tempio” dell’alimentare nazionale, dove accanto a ristoranti e negozi sarà possibile vedere ogni step delle principali filiere produttive nazionali. Insomma, una sorta di parco a tema che ha già raccolto l’adesione di decine di investitori privati e, naturalmente, del Comune.
A conferma dell’interesse che ogni granello di Eataly è oramai in grado di suscitare, si pensi come il progetto Fi.Co., ancora sulla carta, abbia già attirato investitori da ogni parte del mondo, e come il fondo immobiliare di Hong Kong, The Link, sia pronto a mettere sul piatto la propria quota (che, immaginiamo, non sarà certamente insoddisfacente).
Da un punto di vista organizzativo, l’esposizione sarà gestita da una società di gestione del risparmio amministrata dal fondo Prelios, cui parteciperanno tutti i finanziatori di Fi.Co. Nel primo anno di apertura sono previsti oltre 6 milioni di visitatori con un fatturato che vuole aggirarsi intorno agli 80 milioni di euro. Per quanto attiene invece la tempistica, Fi.Co. potrebbe costituire un naturale prolungamento dell’Expo milanese dello stesso anno: le due manifestazioni saranno in qualche modo legate a doppio filo, e potrebbero dar seguito a una staffetta che permetterà a Fi.Co. di sfruttare l’onda lunga dei flussi turistici generati dall’Esposizione Internazionale italiana.

Ultimo aspetto, ma non certo meno importante, è il riflesso occupazionale: sono infatti previsti 5.000 posti di lavoro (un terzo diretti, due terzi nell’indotto).



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