- 13 Marzo 2013
- Postato da: Ego International
- Categoria: Esportare
Al fine di proteggere al meglio il proprio mercato interno, l’India sta cercando di rallentare il ritmo delle proprie importazioni di prodotti elettronici dall’estero. In questo modo l’esecutivo del subcontinente spera di poter contenere il deficit della bilancia commerciale di settore (e complessiva), stimolare l’industria domenica di uno dei comparti maggiormente eccellenti, e esercitare un controllo più stretto sui network locali. Ma in cosa consistono le nuove limitazioni che il governo indiano sta predisponendo?
In sintesi, il provvedimento prevede che le aziende pubbliche, quelle private (ma concessionarie di licenze), e quelle fornitrici di soluzioni tecnologiche integrate, siano tenute ad acquistare localmente almeno il 30% di prodotti come computer, telefoni, stampanti, switch e router. Delle tre determinanti che stanno conducendo il governo indiano ad applicare tali innovazioni, la preoccupazione “sicurezza nazionale” sembra acquisire rapidamente maggior punteggio. Già negli ultimi mesi diverse fonti istituzionali hanno implicitamente lasciato intendere che il Paese deve predisporsi nel migliore dei modi contro eventuali conflitti (ne è la dimostrsazione la rinnovata spesa per il settore militare).
L’incubo è, insomma, che avendo meno controllo sull’intera filiera di controllo delle telecomunicazioni, il Paese possa un giorno scoprirsi più debole sul fronte delle reti e – pertanto – maggiormente suscettibile ad un attacco esterno informatico. Ipotesi a parte, per i produttori ed esportatori di elettronica il destino sembra farsi un pò più complesso, tanto che anche i big del mercato stanno rivedendo i propri piani di espansione nel Paese. Per poter avere tutti gli ultimi aggiornamenti su questa evoluzione, e poter comprendere come ridurre i pregiudizi derivanti da eventuali fattispecie negative, contattate il nostro team di consulenti indiani attraverso la sezione apposita sul nostro portale.