
- 3 Agosto 2018
- Postato da: Ego International
- Categoria: Esportare
L’export di Parma ad oggi cresce a dispetto di altri distretti industriali dell’Emilia Romagna che, nel primo trimestre dell’anno, cala del 1.7%.
Pur con una flessione leggera ci troviamo in un quadro positivo con 10 distretti su 19 monitorati che hanno chiuso l’anno in crescita.
Entrando nel dettaglio registriamo una crescita per il food machinery di Parma ed i ciclomotori di Bologna mentre sono risultate stabili le macchine per il legno di Rimini.
Anche il comparto alimentare sta crescendo, settori come l’ortofrutta romagnola, i salumi del modenese e l’alimentare di Parma crescono a ritmo serrato.
Per quanto riguarda l’export di Parma nel 2017 è cresciuto del 4.5% rispetto all’anno precedente.
Le esportazioni di Parma sono trainate da 3 grandi settori:
- Meccanica con il 37%;
- Agroalimentare con il 25.2%;
- Farmaceutico e chimico con il 20.5%.
Per poi avere settori con percentuali molto più basse come: ceramica (5.1%), tessile (4.3%), gomma e plastica (3.1%).
Export Parma: mercati di riferimento
Per l’export di Parma, l’Europa rimane il mercato di riferimento con il 67% del totale, davanti a:
- Asia (14%);
- Americhe (12%);
- Africa (5%);
- Oceania (2%).
A confronto con i dati del passato troviamo in calo dell’export verso l’Europa con un incremento verso l’Asia, grazie alla crescita dei mercati cinese e indiano.
Cibus Parma: occasione per l’export alimentare parmense
I numeri registrati a Cibus, la fiera agroalimentare di Parma, fanno ben sperare. I dati relativi all’export, infatti, sono molto positivi. Il fatturato punta ai 140 miliardi con un export che va a toccare i 34 miliardi. Per i mercati esteri i nostri prodotti di punta sono:
- Formaggi;
- Salumi;
- Dolci;
- Spumanti;
- Farine speciali.
Il presidente di confindustria ha dichiarato che i numeri di Cibus fanno ben sperare per il futuro. Quello che si è registrato dimostra come l’Italia e i prodotti parmensi siano conosciuti nel mondo ed apprezzati.
Gli obiettivi per il futuro vogliono che il comparto raggiunga una quota export pari a 50 miliardi di euro con un incidenza del 25% sul totale del settore.