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Le Indicazioni geografiche aiutano l’export italiano?

Le indicazioni Geografiche di riferimento sono IGP e DOP. Esse favoriscono il sistema produttivo e l’economia del territorio, poiché poste in essere per unire la salvaguardia degli ecosistemi e la coesione della comunità.

Inoltre, i marchi IGP e DOP garantiscono ai consumatori una maggiore sicurezza grazie alla tracciabilità della materia prima e della sua lavorazione.

Il ruolo delle indicazioni geografiche per l’export italiano

L’Italia è al primo posto per l’utilizzo della denominazioni di origine, soprattutto per il comparto Food e wine e raggiunge i 13.8 miliardi di euro con una crescita del +2.6%.

La classifica con le relative quote di mercato:

  • Vino 54.3%
  • Liquori 13.3%
  • Formaggi 12.7%
  • Carne fresca e prodotti a base di carne 7.6%
  • Birra 4.6%
  • Frutta, verdura e cereali 1.7%
  • Altro 5.8%

Le indicazione geografiche rappresentano un fattore chiave per l’export italiano con un valore di 7.8 miliardi di euro pari al 21% delle esportazioni di agroalimentare.

Quali sono i comparti con più prodotti igp e dop?

  • Ortofrutticoli: Sono la categoria in testa per quanto riguarda il volume con un valore di 425 milioni di euro con un incidenza del 7% nel comparto food.
  • I formaggi: è il settore più esportato con il 34% della produzione che si attesta fra i risultati migliori raggiunti. L’export cresce del +5.7% .
  • Derivati della carne: l’export di questo settore occupa il 17.1% della produzione con risultati eccellenti.

La garanzia delle indicazioni geografiche per le esportazioni

Le Indicazioni Geografiche sono un importantissimo valore aggiunto per i prodotti italiani, soprattutto all’ estero. Ciò che spinge ad una regolamentazione del commercio internazionale dei prodotti agroalimentari è garantire l’autenticità, la qualità e la sicurezza del Made in Italy contrastando la contraffazione.

La regione italiana con più esportazione di DOP e IGP

Il volume più consistente di esportazioni di DOP e IGP arriva dall’ Emilia- Romagna. A segnalarlo è il rapporto Ismea Qualivita 2016.

Le prime tre province a maggior impatto economico sono:

  • Parma (1136 milioni di euro)
  • Modena (623 milioni di euro)
  • Reggio Emilia (544 milioni di euro)

Grazie a prodotti piuttosto significativi come: Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Aceto Balsamico, per citarne alcuni, la fetta del Dop e Igp è di 2.5 miliardi.

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