iten

Export, SACE aggiorna la nuova mappa dei rischi: ecco dove si corrono i maggiori pericoli

Come ogni anno, SACE ha rivisto la propria mappa dei rischi a beneficio degli esportatori italiani, individuando i luoghi dove è maggiormente pericoloso (e, di contro, sicuro) effettuare commerci internazionali in relazione ai principali pericoli di mancato pagamento delle controparti sovrane, mancato pagamento delle controparti bancarie, mancato pagamento della controparte corporate, esproprio e violazioni contrattuali, rischio guerra e disordini civili, trasferimento capitali e convertibilità.

Ma cosa si intende con tali voci? E quali sono i Paesi più rischiosi secondo le previsioni SACE?

Mancato pagamento controparte sovrana

È il rischio che una controparte coperta da garanzia sovrana non onori le obbligazioni derivanti da contratto. I rischi minori sono, come intuibile, legati alle economie dell’Europa centro-settentrionale, del Nord America, dell’Australia e del Far East. I rischi maggiori, con un rating pari a 100/100, sono invece in Corea del Nord, Libia, Siria e Somalia. La Russia ha un rating di 51/100 mentre in Sudamerica si oscilla tra i 14/100 del Cile agli 82/100 dell’Argentina e agli 85/100 del Venezuela. 

Mancato pagamento controparte bancaria

È il rischio che una controparte bancaria non onori le obbligazioni derivanti da contratto. La mappa dei rischi non cambia rispetto a quella già osservata per il pericolo di mancato pagamento della controparte sovrana. In questo caso, tuttavia, i rating sono globalmente peggiori: partner qualificati come gli Stati Uniti vantano un rating di 23/100 contro i 12/100 di Canada e Germania (che dunque, sotto tale profilo, sono considerate più sicure). I rischi maggiori, ancora una volta, nei mercati con maggiori difficoltà socio politiche, e quelli che per caratteristiche amministrative sono più esposti a una simile aleatorietà (a Cuba il rating è addirittura di 96/100, in Corea del Nord di 100/100).

Mancato pagamento controparte corporate

È il rischio che l’azienda controparte non onori le obbligazioni derivanti da contratto. Come intuibile, i rating risultano essere mediamente più rischiosi rispetto ai primi due rischi, in virtù della generale minore solvibilità della controparte corporate rispetto a quella bancaria o sovrana. Canada, Stati Uniti, Regno Unito, Svezia, Norvegia e Svizzera sono considerati i partner più sicuri al mondo. In Africa, Sudamerica e Medio Oriente i rischi maggiori.

Esproprio e violazioni contrattuali

È il rischio che il governo adotti misure che privino del diritto di proprietà / controllo degli asset detenuti nel Paese o modifiche unilateralmente impegni contrattuali assunti dal governo / enti pubblici. I pericoli sono in questo caso abbastanza limitati per tutte le macro aree di principale riferimento commerciale per le imprese italiane. Dal Nord America alla (quasi) totalità del vecchio Continente, dall’Australia al Giappone, i rischi sono discretamente contenuti. La cartina si tinge di arancione (rischio medio) e di rosso (rischio alto), dalla Russia all’Africa, dal Medio Oriente ad alcuni Paesi sudamericani (in primis, Argentina).

Rischio guerra e disordini civili

È il rischio che episodi di violenza, tumulti, sabotaggi o attentati causino un danno fisico e/o finanziario alle attività detenute nel Paese. La mappa è in questo caso meno rassicurante di quanto si possa immaginare, considerato che, in virtù del clima di generale tensione che si può respirare nei mercati economici e finanziari, perfino economie ritenute al riparo da tali pericoli, come gli Stati Uniti, hanno un rating non del tutto trascurabile (22/100). Finlandia e Svizzera sono ritenuti i Paesi più sicuri sotto tale ambito (con un rating inferiore a 10/100), mentre i luoghi più rischiosi, con rating sopra i 90/100, sono Venezuela, Libia, Iraq, Siria, Pakistan, Yemen, Somalia, Sud Sudan.

Trasferimento capitali e convertibilità

È il rischio che il governo adotti delle misure che impediscano la conversione o il rimpatrio dei profitti derivanti dall’investimento o del capitale investito nel Paese. Globalmente è la cartina che offre le maggiori rassicurazioni, pur con qualche distinguo: le aree di maggiore aleatorietà sono quelle africane e medio orientali.

E l’Italia?

In questa particolare mappa, l’Italia vanta i seguenti rating:

Per avere un confronto, si può rapportare la scheda di cui sopra con i rating statunitensi:

o ancora con quelli della principale economia europea, la Germania:

Se volete saperne di più sui rischi derivanti dall’esportazione su singoli mercati, vi consigliamo di contattare i nostri consulenti Ego International Group.



Lascia un commento

venti − 19 =