- 29 Giugno 2016
- Postato da: Ego International
- Categoria: Esportare
Oggi vi riportiamo un’interessante intervista di Alessandra Ricci, Chief Business Officer di SACE, esperta in finanza e tributi. L’intervista (sul Sole 24 Ore) offre spunti interessanti per comprendere come si struttura il sostegno finanziario alle PMI italiane e quanto sono competitive le nostre realtà imprenditoriali nel panorama estero.
1. Qual è il ruolo di SACE tra l’Italia e il Paese Estero di interesse?
SACE dà sostengo all’export è all’internazionalizzazione, assiste le imprese italiane nel loro processo di crescita guidandole nella scelta dei mercati più proficui e nella gestione dei rischi connessi alla scelta di esportare in paesi dove ci sono chiusure politiche, economiche e sociali.
L’export rappresenta infatti una delle più grandi opportunità per il Bel Paese, ma a volte che presenta rischi e problematiche complicate da rendere utile l’adozione di strumenti finanziari per esportare in piena sicurezza.
Nel 2015 le operazioni di Sace hanno raggiunto gli 80 miliardi di euro, metà dei quali riferiti a operazioni di export e internazionalizzazione.
2. Come procede la collaborazione tra SACE e SIMEST?
La collaborazione è buona e sta dando ottimi frutti. Dal 2015 i due enti stanno cercando di creare una“porta unica” per l’export, difatti sono già partiti diversi incontri b2b in varie città italiane e che hanno come scopo principale quello di presentare il nuovo servizio correlato tra le due realtà.
3. Che servizio finanziario e assicurativo fornisce l’organizzazione alle imprese del Made in Italy?
Le esigenze delle PMI in materia di export e internazionalizzazione sono cambiate nel corso degli anni. Dalla semplice protezione dei crediti all’esportazione, si sono spostate verso richieste di strumenti assicurativi e finanziari sempre più complessi. SACE è un supporto a tutte quelle imprese che, una volta affidatesi a uffici esteri o a consulenti di export, richiedono un supporto circa le normative e gli strumenti base per iniziare a fare business all’estero: si parla di protezione del credito e degli strumenti che facilitano l’accesso al credito del le giuste garanzie per vincere commesse o appalti all’estero, ai più recenti servizi di advisory, che offrono attività di business matching sia per i paesi europei che per quelli exyta-europei.
Un commento da parte del capo degli Export Manager di Ego International Group.
Le aziende italiane oggi sono competitive all’estero? C’è un settore in particolare che realizza maggiore profit e uno su cui l’Italia deve ancora investire?
La competitività del Made in Italy nel mondo, spesso associata alla qualità delle produzioni, può essere sicuramente sviluppata e rafforzata. Questo è il mestiere di EGO International Group. Sebbene la percezione del Made in Italy, all’estero come in Italia, sia molto legata ai beni di consumo tradizionali (prodotti agroalimentari, fashion, design), in realtà sono i beni industriali, e in particolare l’ingegneria meccanica, a fare da grande traino per l’export italiano e ad avere davanti a sé il maggior potenziale di crescita internazionale. Oggigiorno l’export di soluzioni meccaniche ha raggiunto il 21% sull’export totale di beni italiani e, secondo le previsioni SACE, potrebbe raggiungere anche il 34% nei prossimi due anni. Le caratteristiche peculiari delle imprese della meccanica strumentale sono:
– l’elevata propensione all’export e ai rapporti veloci, facili che si instaurano con l’Italia
– l’evidente concentrazione produttiva nel Nord Italia (Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna ne fanno da padrone)
– la ridotta dimensione e struttura aziendale, che si combina con buoni risultati sotto il profilo della produttività grazie a un’alta qualità a prezzi competitivi