- 15 Settembre 2015
- Postato da: Ego International
- Categoria: Esportare
Il settore leader dopo il Food, specializzato nell’export, con un esercito di imprese che oggi raggiungono 120 Paesi nel mondo: tutto ciò riguarda la pelletteria italiana.
L’industria pellettiera italiana si proclama come vero traino delle esportazioni Made in Italy. Nei primi sei mesi del 2014, e rispetto allo stesso periodo del 2013, le vendite all’estero sono aumentate del 5%, superando i 4 miliardi di euro.
La realtà dei fatti è questa: un risultato davvero straordinario ma che stupisce solo in parte perché già lo scorso anno i produttori di borse e indumenti in pelle avevano affermato la notizia di una crescita dell’export del 10%. Nonostante la crisi dell’economia italiana, l’esportazione di materiali in pelle continua a spingere sull’acceleratore – è quanto afferma l’Aimpes, Associazione italiana manifatturieri pelli e succedanei, elaborate sulla base dei numeri recentemente pubblicati dalle ricerche di mercato.
Ma cosa c’è dietro il successo del settore?
Come dichiara lo staff degli export manager di egointernational Group, che da anni lavora con clienti italiani leader nel settore della pelletteria, a godere della crescita maggiore sono ancora una volta i marchi del lusso, che giorno dopo giorno rilevano sempre maggiore considerazione all’estero, soprattutto su alcuni mercati arabi, russi e cinesi, dove la richiesta è tradizionalmente molto alta.
Questo significa, per le aziende italiane e in particolare le PMI, che la quota maggioritaria del fatturato viene generalmente dall’estero, lasciando solo la parte residuale al mercato interno che vive ormai da diversi anni in uno stato di stand by.
Giudizi e commenti molto positivi arrivano anche dall’Ice che conferma la posizione leader dell’Italia nel settore abbigliamento, pelli e calzature.
Scendendo nello specifico, nelle calzature e negli stivali interamente di pelle l’Italia è davanti a Spagna e Portogallo. A guidare l’esercito delle piccole e medie imprese che fanno affari all’estero ci sono i settori del lusso dove è proprio la rete di sub-fornitori, composta da artigiani di altissima qualità, a dare il valore aggiunto alla produzione.
Questo è successo con brand italiani della Haute Couture come Gucci e Valentino, ma anche con griffe straniere del calibro di Chanel e Louis Vuitton.
La realtà è che le imprese di dimensioni più contenute convivono con i grandi del settore, la cui spinta alla modernizzazione dei prodotti e alla tecnologia stimola tutta la filiera. Forte di questo connubio, il distretto fiorentino della pelletteria ha triplicato la sua produzione nel giro di dieci anni, diventando la regione leader.