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L’export punto di forza dell’economia veneta

L’export si conferma il traino dell’economia del Veneto, pur registrando performance differenti nelle varie province e nei vari settori, a certificarlo sono l’ultimo rapporto sull’economia provinciale presentato da Unioncamere e le rilevazioni Istat.

Non si può parlare di boom, ma di trend positivo senz’altro sì. Nei primi nove mesi del 2016, infatti, le esportazioni segnano un +0,7%, confermando una tendenza stabile dopo la performance positiva del 2015 (+5,3%) che ha segnato l’uscita dalla recessione.

Il 2016, in realtà, si era aperto piuttosto sottotono per l’export veneto, mettendo a segno un modesto +0,2% nel primo semestre, ma si era risollevato con il +1,9% del periodo estivo.
Da segnalare che nel 2015 il numero di aziende venete che si sono aperte al commercio con l’estero è cresciuto del 3,9%, raggiungendo la cifra di 28.903 imprese e facendo salre la propensione all’export dell’economia regionale dal al 42,7%, un dato superiore al 39,9% alla media della macro-area del nord-est.

La provincia di Padova traina la crescita

Padova è la provincia che nell’ultimo anno ha maggiormente guardato all’estero, con l’export che mette segno un notevole +4,9%.
Un dato molto superiore sia alla media regionale che a quella nazionale, dovuto anche all’aumento della produzione industriale, che ha visto una crescita del 3%. Fra gennaio e settembre le commesse estere per le aziende padovane sono state pari a 6,8 miliardi di euro, per la maggior parte provenienti dall’area UE.

Molto positive anche le performance delle provincie di Belluno (+2,8%), Venezia (+2,2%), Verona (+2,2%) e Treviso (+1,4%).

La provincia di Verona, in particolare, ha sfruttato l’export come strumento epr sopperire al calo della domanda interna. Basti pensare che a fronte di una produzione industriale cresciuta solo dello 0,6%, l’export verso la UE ha messo a segno un +1,3% mentre quello extra-UE è salito del 3,1%.

Performance negative si registano solo per le province di Rovigo (-3,8%) e Vicenza (-3,2%).

Il Prosecco guida il settore beverage

La richiesta di un’eccellenza veneta quale il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene (+16,3%) traina la crescita dell’export del comparto bevande, che mette a segno uno strabiliante +9,2%. Tale crescita è dovuta soprattutto alla forte domanda proveniente dal Regno Unito (vedi il nostro approfondimento sull’export di vino in Inghilterra). 

Una crescita sostenuta si registra anche per i seguenti settori:

  • Carta e stampa +7,1%
  • Prodotti in plastica +5,3%
  • Occhialeria +4,9%
  • Prodotti chimici +4,5%
  • Mobili +4,3%
  • Alimentari +4,1%
  • Filati e tessuti +4,0%
  • Mezzi di trasporto +3,0%
  • Calzature +2,9%
  • Macchinari +2,0%

Il distetto che segna la crescita maggiore delle esportazioni è quello della termomeccanica padovana, il cui fatturato estero è cresciuto di 27,5 milioni di euro, ovvero dell’11,6% rispetto all’anno precedente.

Il made in Veneto registra una crescita nei mercati già consolidati come Regno Unito (+6,4%) e Francia (+6%), ma anche nei paesi dell’Est Europa e del Medio Oriente.

L’importanza dell’export

Il Veneto dispone di un tessuto aziendale forte e diversificato. Un punto di forza che deriva in gran parte dall’attitudine ad esportare, basti pensare che fra i 20 migliori distretti italiani per crescita dell’export, 8 appartengono al Veneto.
Ego International da 15 anni aiuta le aziende venete e di tutta Italia a far conoscere le proprie eccellenze nei mercati globali, contribuendo allo sviluppo del Made in Italy.

 

 

 



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